Le prime testimonianze di questa "osteria" risalgono a Silvio Pellico; nelle cronache legate al ritorno dallo Spielberg, Pellico afferma di aver mangiato in una osteria sita nel vicolo dei Magnani, poco discosto da piazza San Fedele.
La struttura delle cantine, immagine e realtà di questo locale dalle quali prende il nome "Cantinone", fanno datare il palazzo ai tempi della dominazione spagnola, ai tempi dei Promessi Sposi.
Era questo il centro della attività artigiane: via dei Magnani vuoI dire via degli artigiani aggiusta pentole, via Pattari dei venditori di piatti, via degli Orefici dei venditori d'oro e preziosi.
All'inizio e per molti anni il Cantinone fu famoso per i vini, soprattutto astigiani, che proponeva e che custodiva in enormi botti, accuratamente sistemate nelle splendide cantine. Fu per decenni quello che ora chiamiamo wine bar, da più di un secolo fu ritrovo di musicisti e intellettuali.
Sul finire degli anni sessanta fu in parte trasformato in trattoria prima e ristorante poi. Divenne famoso per la caratteristica dei piatti proposti, per l'atmosfera confidenziale e coerente con le sensazioni date dai cibi proposti, che sono avvolgenti, epidermici, di immediata e semplice godibilità. Fatti per avvincere e non per stupire.